Col termine detartrase si intende la rimozione del tartaro dentale. Ossia quel deposito giallognolo-marrone o grigio che può avvolgere i denti. Purtroppo nella realtà dei fatti la maggior parte dei nostri pazienti, cani o gatti, giungono ai controlli dentali con situazioni che vanno decisamente oltre, spesso hanno una serie di patologie dentali secondarie al tartaro davvero drammatiche. Si tratta di vere e proprie parodontopatie che coinvolgono non solo la bocca ma l’intero organismo. Perché vi chiederete?
Cos’è
La risposta sta nella quantità di batteri, tossine e cataboliti che dalla bocca si liberano nel torrente circolatoirio mettendo sotto stress diversi organi, sino a sviluppare patologie “lontane” dalla bocca, come a livello renale, epatico, trombotico in generale. Tornando ai denti se la situazione del tartaro è già tale da implicare sofferenza gengivale i controlli devono estendersi alla salute dei denti, tramite radiografie dettagliate e-o valutazioni chirurgiche. In maniera molto semplice è tutto evitabile con una buona igiene orale quando possibile: lavare i denti, oppure con periodiche pulizie dentali, come per noi. La detartrase viene effettuata con un ablatore a ultrasuoni, che non rende possibile la pratica a paziente sveglio, sovente segue una breve lucidatura dei denti per ridurre le recidive.
Quando farla
Nel cane e nel gatto viene effettuata solo quando si presenta la patologia descritta nella sezione “cos’è”. Sovente si riscontrano sottostanti patologie come già descritto che richiedono interventi ben più importanti, come estrazioni, devitalizzazioni e-o ricostruzioni.
Cosa aspettarsi
Si tratta di una chirurgia che viene eseguita in regime di day hospital. Alla dimissione il vostro cane o gatto sarà completamente sveglio, forse un po’ meno attivo, i farmaci analgesici e spesso oppiacei consentiranno il buon controllo del dolore ma possono lasciare sonnolenza.
Il cavo orale se sottoposto a solo detartrase e non a chirurgie maggiori potrà presentare al limite qualche residuo di sangue gengivale, ma deve essere possa cosa. Potreste osservare qualche residuo di pasta abrasiva bianca-grigia o rosa, utilizzata per lucidare i denti.
Gestione post-operatoria
Non occorre applicare un collare elisabettiano. Le grandi funzioni organiche (cibarsi, bere, fare i bisogni) devono essere nella norma. Può accadere che per 3-4 giorni non defechi, nel caso è sufficiente dare una piccola quantità di latte (da mezza tazzina a una tazza a seconda della taglia) per favorire la ripresa della defecazione (secondario all’anestesia). Verranno prescritte delle terapie antibiotiche e antinfiammatorio-analgesiche a seconda della gravità all’ingresso, oltre alle terapie per l’eventuale chirurgia orale eseguita.
Possibili complicanze
Le complicanze legate a un detartrase possono solo essere secondarie alle complicanze anestesiologiche, vedi sezione dedicata. Se coesistono patologie maggiori, come infezioni dentali, parodontopatie in generale, le complicanze più frequenti sono legate ad estrazioni mal eseguite in cui residuano nell’alveolo dei frammenti di radice dentale. Certamente esternamente, inizialmente non vedrete nulla, tuttavia in futuro sono probabili nuovi ascessi o lisi ossee e situazioni decisamente gravi. In secondo luogo sono possibili cedimenti di punti se applicati a livello gengivale, piccoli sanguinanti, difficoltà a masticare per qualche giorno. Sono possibili osteomieliti localizzate, che in genere sono già presenti all’ammissione del paziente per la patologia.