Ingestione di Sale e Acqua di Mare nel Cane Con l’arrivo della... continua a leggere
Ingestione di Sale e Acqua di Mare nel Cane
Con l’arrivo della bella stagione, le passeggiate in spiaggia diventano frequenti per molti cani. Ma pochi sanno che l’acqua di mare, se ingerita in eccesso, può essere tossica e persino letale.
Allo stesso modo, anche il sale da cucina – a volte usato per indurre il vomito nei cani (pratica sconsigliata) – può provocare gravi danni. Vediamo insieme cosa succede quando un cane ingerisce troppo sale, quali sono i sintomi da riconoscere e come intervenire.
Acqua di mare: perché è pericolosa?
L’acqua marina è ricchissima di sali (soprattutto cloruro di sodio). Quando un cane ne beve in quantità, può sviluppare una condizione chiamata ipernatriemia: un eccesso di sodio nel sangue, che può causare danni al cervello, ai reni e al cuore.
E il sale da cucina?
L’ingestione di grosse quantità di sale (impasti salati, salumi, o somministrato apposta per far vomitare) può portare a intossicazione da sodio, una condizione pericolosa che richiede intervento veterinario urgente.
Attenzione: l’uso del sale da cucina per far vomitare un cane è una pratica pericolosa, obsoleta e assolutamente sconsigliata.
Sintomi da osservare
- Vomito
- Diarrea (spesso acquosa e biancastra)
- Eccessiva sete e urina abbondante
- Debolezza, tremori muscolari
- Confusione, agitazione
- Andatura barcollante (atassia)
- Convulsioni
- Coma nei casi gravi
Cosa fare se il tuo cane ha ingerito acqua di mare o molto sale
Contatta subito il veterinario
Offri acqua dolce fresca a piccoli sorsi, se il cane è vigile
Tieni l’animale in un luogo fresco e tranquillo
Non forzarlo a bere grandi quantità
Non indurre il vomito
Non aspettare che i sintomi peggiorino
Cosa farà il veterinario?
- Fluidoterapia per riequilibrare i sali nel sangue
- Esami del sangue e controllo della funzionalità renale
- Farmaci per ridurre le convulsioni o controllare il vomito
- Monitoraggio neurologico e cardiaco
- In alcuni casi, ricovero
Come prevenire
- Non lasciare che il cane beva mentre nuota o gioca in mare
- Offrigli spesso acqua dolce durante la permanenza in spiaggia
- Sorveglia che non lecchi pesci morti, alghe o sabbia
- Mai usare il sale per indurre il vomito
In sintesi
L’acqua di mare e il sale, se ingeriti in quantità elevate, possono essere pericolosi o letali per i cani. Conoscere i rischi e riconoscere subito i sintomi è fondamentale per intervenire in tempo.
Il tuo cane o il tuo gatto ha vomitato schiuma bianca? Spesso... continua a leggere
Il tuo cane o il tuo gatto ha vomitato schiuma bianca?
Spesso questo sintomo può preoccupare… ma non sempre è un’emergenza.
La schiuma bianca è formata da saliva e succhi gastrici mescolati con aria.
Nella maggior parte dei casi si tratta di vomito a stomaco vuoto: succede se l’animale digiuna per troppe ore, oppure al mattino presto.
In questi casi, il cane o il gatto è comunque attivo, mangia e non ha altri sintomi.
E in genere, tutto si risolve in poche ore.
Ma attenzione: non sempre è così innocuo.
Se il vomito si ripete più volte nella giornata, oppure compaiono anche debolezza, diarrea, febbre o inappetenza, o latri sintomi, allora può essere il segnale di un problema più serio.
Le cause possono essere molte:
•torsione gastrica nel cane
•gastriti o reflusso
•ingestione di corpi estranei
•infezioni intestinali
•parassiti
•pancreatite
•insufficienza renale, soprattutto nei gatti
Nei cuccioli o nei gatti anziani è un po’ più delicata, anche pochi episodi possono portare a disidratazione.
Cosa puoi fare?
Se è solo un episodio isolato, puoi aspettare qualche ora e offrire un pasto leggero, una razione ridotta a un quarto e osservare se sta bene.
Ma se i sintomi persistono, non aspettare il giorno dopo:
chiama il tuo veterinario e descrivi la frequenza, l’aspetto del vomito e lo stato generale dell’animale.
Avvelenamento da rodenticidi (veleno per topi)
Rodenticidi nei cani e gatti: Un pericolo silenzioso I rodenticidi (veleni per... continua a leggere
Rodenticidi nei cani e gatti: Un pericolo silenzioso
I rodenticidi (veleni per topi e ratti) sono tra le cause più comuni di avvelenamento accidentale nei cani e nei gatti. L’uso diffuso di questi prodotti in ambienti domestici, agricoli e urbani aumenta il rischio che gli animali domestici entrino in contatto con queste sostanze tossiche. Sono appetibili e non è vero che cani e gatti non ne siano attratti. Ma quali sono i tipi di rodenticidi più pericolosi? Quali sintomi causano? E cosa fare in caso di ingestione? Scopriamolo insieme.
Tipologie di rodenticidi e il loro effetto sugli animali
Anticoagulanti (Superwarfarine) – I Più Comuni
Questi rodenticidi bloccano la vitamina K, necessaria per la coagulazione del sangue, causando emorragie interne fatali.
Principi attivi più comuni: Warfarina, Bromadiolone, Difenacoum, Brodifacoum.
Periodo di latenza: 24-72 ore prima che compaiano i sintomi.
Sintomi principali:
- Sangue nelle urine o nelle feci
- Gengive pallide
- Ematomi spontanei (lividi)
- Emorragie nasali o sanguinamento gengivale
- Affaticamento e difficoltà respiratoria
- Emorragie polmonari o pleuriche tipiche nei giovani
Rodenticidi neurotossici (Brometalina) – Altamente tossici
La Brometalina è un veleno che colpisce direttamente il sistema nervoso, causando edema cerebrale e convulsioni irreversibili.
Sintomi principali:
- Tremori muscolari e convulsioni
- Disorientamento e paralisi progressiva
- Midriasi (dilatazione delle pupille)
- Stato comatoso nei casi più gravi
Rodenticidi a base di colecalciferolo (Vitamina D3) – Pericolosi per i reni
Questi veleni causano ipercalcemia portando a danni renali irreversibili.
Sintomi principali:
- Aumento della sete e della minzione
- Vomito e diarrea
- Affaticamento e letargia
- Insufficienza renale acuta nei casi avanzati
Rodenticidi a Base di Fosfuro di Zinco – Estremamente tossici
Questa categoria di veleni libera gas tossici nello stomaco, causando avvelenamento acuto e danni polmonari.
Sintomi principali:
- Salivazione eccessiva
- Vomito con odore simile all’aglio
- Difficoltà respiratoria e convulsioni
- Shock e coma nei casi gravi
Cosa fare in caso di ingestione di rodenticidi?
Se sospetti che il tuo animale abbia ingerito un veleno per topi, agisci subito!
- Non aspettare i sintomi. Contatta immediatamente il veterinario!
- Se l’ingestione è recente (entro 1-2 ore), il veterinario può indurre il vomito.
- Porta con te il contenitore del rodenticida per identificare il principio attivo.
- Non somministrare farmaci senza il consiglio del veterinario.
Come prevenire l’avvelenamento?
La prevenzione è fondamentale per proteggere i nostri amici a quattro zampe.
- Evita di usare rodenticidi in casa e in giardino, se hai animali domestici.
- Se usi questi prodotti, conservali in luoghi inaccessibili.
- Fai attenzione agli avvelenamenti secondari: i gatti possono intossicarsi mangiando topi avvelenati.
- Monitora i sintomi dopo una passeggiata in ambienti pubblici, dove potrebbero essere stati usati rodenticidi.
I rodenticidi rappresentano una delle principali cause di avvelenamento nei cani e nei gatti. Conoscere i vari tipi di veleno, riconoscere i sintomi e agire tempestivamente può salvare la vita del tuo animale.
corpi estranei
Corpi Estranei nei Cani e nei Gatti: Tipologie, Sintomi e Trattamenti I... continua a leggere
Corpi Estranei nei Cani e nei Gatti: Tipologie, Sintomi e Trattamenti
I corpi estranei sono un problema comune nei cani e nei gatti, soprattutto nei soggetti giovani e curiosi. Possono causare ostruzioni o irritazioni lungo il tratto gastrointestinale e, in alcuni casi, richiedere un intervento chirurgico d’urgenza.
La gravità della situazione dipende da diversi fattori, tra cui la dimensione, la forma, la localizzazione e la natura del corpo estraneo. È quindi fondamentale riconoscere rapidamente i sintomi per intervenire tempestivamente.
Classificazione dei Corpi Estranei
I corpi estranei ingeriti dai cani e dai gatti si dividono in diverse categorie in base al tipo di ostruzione che possono causare.
Corpi Estranei Occludenti (Ostruzione Completa)
Questi corpi estranei causano una blocco totale del tratto gastrointestinale, impedendo il transito del cibo e dei liquidi. Sono i più pericolosi e richiedono un intervento immediato.
Esempi:
Ossi grossi e duri
Giocattoli in plastica
Pietre
Tappi di bottiglia
Grossi noccioli di frutta (pesca, albicocca, avocado)
Sintomi:
Vomito ripetuto
Assenza di feci o diarrea paradossa (muco e liquido)
Dolore addominale marcato
Prostrazione e disidratazione
Distensione addominale
Trattamento:
Radiografia o ecografia per confermare la presenza dell’ostruzione
Intervento chirurgico (enterotomia o gastrotomia) necessario nella maggior parte dei casi
I corpi estranei sub-occludenti (ostruzione parziale)
Questi corpi estranei permettono ancora il passaggio di piccole quantità di cibo o liquidi, ma provocano un blocco parziale.
Esempi:
Gusci di noce o frutta secca
Pezzi di plastica morbida
Tessuti e materiali gommosi
Grandi quantità di peli ingeriti (tricotillomania nei gatti)
I Sintomi più comuni:
Vomito intermittente
Diminuzione dell’appetito
Dimagrimento progressivo
Letargia e lieve dolore addominale
Trattamento:
Monitoraggio attento con radiografia contrastografica o ecografia
In alcuni casi, il corpo estraneo può progredire spontaneamente con dieta liquida e lassativi blandi
Se i sintomi peggiorano, potrebbe essere necessario un intervento chirurgico
I corpi estranei lineari (altamente pericolosi, frequenti nei gatti)
Questa categoria comprende fili, nastri, lana, spago, fili da cucito, capelli e altri oggetti sottili e lunghi.
I corpi estranei lineari sono particolarmente pericolosi perché possono incastrarsi sotto la lingua (nei gatti) o a livello dello stomaco, mentre l’altra estremità avanza nell’intestino, causando pliche e perforazioni.
Esempi:
Fili da cucito
Nastrini natalizi
Sacchetti di plastica sfilacciati
Stringhe e corde
I Sintomi più comuni:
Vomito ripetuto (spesso con materiale filamentoso)
Salivazione eccessiva
Difficoltà a deglutire nei gatti
Peritonite (nei casi più gravi, se il filo lacera l’intestino)
I trattamenti possibili:
Radiografia con contrasto ed ecografia per valutare la presenza di pliche intestinali
NON TIRARE MAI IL FILO CHE ESCE DALLA BOCCA O DALL’ANO! Questo potrebbe peggiorare le lacerazioni intestinali
Intervento chirurgico quasi sempre necessario
Quali sono i sintomi comuni dell’ingestione di un corpo estraneo ?
Anche se la gravità dipende dal tipo di corpo estraneo, alcuni sintomi possono essere indicativi di un problema:
Vomito (sporadico o continuo)
Dolore addominale
Letargia o prostrazione
Diminuzione o assenza dell’appetito
Diarrea o assenza di feci
Gonfiore addominale
Se il tuo animale presenta uno di questi sintomi, è fondamentale consultare subito il veterinario.
Come fare la diagnosi e quali sono gli approcci medici?
La diagnosi viene effettuata tramite:
Radiografie dirette e con contrasto (per visualizzare il corpo estraneo)
Ecografia addominale
Esame clinico approfondito e anamnesi dettagliata
I Trattamenti possibili sono:
Endoscopia (se il corpo estraneo è nello stomaco ed è ancora accessibile)
Monitoraggio e gestione conservativa, ossia terapia medica (se il corpo estraneo è piccolo e può transitare naturalmente)
Intervento chirurgico (Enterotomia o Gastrotomia) nei casi più gravi
Come Evitare il Rischio di Ingestione di Corpi Estranei?
Scegli giocattoli adatti e resistenti per il tuo cane e gatto
Evita di lasciare fili, corde o piccoli oggetti in giro, soprattutto se hai un gatto
Non dare ossa di piccole dimensioni o oggetti che possono rompersi facilmente
Supervisiona il tuo animale mentre gioca o esplora nuovi ambienti
L’ingestione di un corpo estraneo può rappresentare un’emergenza veterinaria. La tempestività nella diagnosi e nel trattamento è fondamentale per evitare complicazioni come perforazioni intestinali e peritonite.
Intossicazione da piante
Sapevi che alcune piante risultano essere tossiche per i nostri animali... continua a leggere
Sapevi che alcune piante risultano essere tossiche per i nostri animali da compagnia?
Purtroppo, le intossicazioni da piante avvengono, anche se di rado e la specie più colpita è il cane, in particolare i cuccioli, ma anche gatti ed i nuovi animali da compagnia (conigli, rettili, uccelli, serpenti).
La dose tossica della pianta dipende da vari fattori: specie colpita, stadio di crescita, parte della pianta ingerita, tipo di terreno, fattori ambientali e presenza di erbicidi (possono indurre la produzione di metaboliti appetibili che inducono l’animale a mangiare la pianta tossica).
Nelle piante ci sono vari principi attivi che hanno un effetto tossico, quali: alcaloidi, glicosidi, nitrati, acido ossalico e ossalati, tannini e altri fenoli, aldeidi e chetoni, alcoli, proteine, resine e oli volatili, sostanze ad attività cancerogena e fototossine.
Ora vi elencherò numerose piante potenzialmente tossiche per i nostri animali da compagnia, non temete perché sarà raro trovarle nei nostri giardini o nei luoghi più frequentati per le passeggiate.
Piante contenenti alcaloidi: Tasso, Belladonna, Giusquiamo, Colchicum Autumnale e Erba di San Giacomo.
Piante contenenti glicosidi: Digitale, Mughetto, Rosa di Natale (elleboro), Veratro (infestante), Scilla, Oleandro, Ortensia, Acacia, Euforbia, Lino, Sorgo, Pero, Pruno, Loto…
Piante contenenti sali di acido ossalico: Anturio, Monstera Deliciosa, Dieffenbacha Seguine, Calla Zantedeschia, Calla Philodendron e croton. Cani e gatti se masticano foglie o steli, anche senza ingestione, possono intossicarsi. I sintomi sono: intenso dolore alla bocca, edema e infiammazione delle mucose buccali e oculari (contatto con occhi), vomito, scialorrea (ipersalivazione) e difficoltà respiratorie.
Analizziamo le piante più comuni, cioè le piante ornamentali da esterno e da interno:
- Oleandro: l’intossicazione può colpire i cani e si verifica in caso di masticazione delle foglie o dei rami che rompendoli esce un lattice bianco, il quale ha anche effetto irritante oltre a contenere glicosidi tossici. I sintomi si presentano da qualche minuto a qualche ora dall’ingestione e si ha vomito, diarrea, coliche, agitazione, convulsioni, aritmie e arresto cardiaco; in soggetti sensibili anche dermatiti da contatto.
- Ricino: sono più colpiti i cani, la parte tossica della pianta sono i semi contenenti la ricina, i sintomi si manifestano dopo 12-72 ore dall’ingestione e sono: vomito, bruciore alla bocca, edema della mucosa buccale e della lingua, diarrea emorragica, coliche, dolori addominali, crampi, oliguria (disfunzione urinaria), prostrazione e abbattimento.
- Stella di Natale: le foglie e il fusto sono tossici perché contengono lattice ricco di terpeni tetraciclici che se entrano in contatto con gli occhi provocano lacrimazione, fotofobia, congiuntiviti e cheratiti, se invece viene ingerita provoca prurito, irritazione, dermatite, diarrea, vomito, scialorrea (ipersalivazione), stomatite e gastroenterite (irritazioni dell’apparato digerente), stanchezza e abbattimento. Tossica sia per cani che gatti.
- Agrifoglio e Vischio: : Il cane è la specie in cui più frequentemente viene descritto l’avvelenamento causato dall’ingestione di parti della pianta (anche bacche); i sintomi sono: vomito e diarrea, scialorrea e dolori addominali, inoltre le foglie spinose sono pericolose per esempio per gli occhi dei nostri animali.
- Piante appartenenti al genere Lillium e Hermocallis: sono tossiche soprattutto per i gatti e i sintomi compaiono entro 3 ore dall’ingestione, sono: scialorrea, vomito, perdita di appetito, abbattimento e depressione. Generalmente i sintomi gastrointestinali regrediscono dopo 6 ore e ciò potrebbe portare a credere che fosse un generico episodio gastrointestinale.
Per prevenire un’intossicazione da piante, quindi, servirà innanzitutto conoscere le piante tossiche per i nostri animali e poi basterà avere un occhio di riguardo in più, per esempio posizionando le piante in posti irraggiungibili o tenere pulito il vaso evitando così la presenza di foglie secche che potrebbero essere ingerite.
Per riconoscere l’intossicazione bisogna riconoscere i sintomi e comunicarli al veterinario, semplicemente osservando e descrivendo lo stato di salute del vostro animale. Riportando tutte le informazioni relative allo stato di salute attuale e alla probabile ingestione di sostanze non consuete, permetterete di raccogliere un’anamnesi completa e indispensabile per il vostro veterinario.
Con protesi totale d’anca si intende la sostituzione dell’intera articolazione dell’anca con... continua a leggere
Con protesi totale d’anca si intende la sostituzione dell’intera articolazione dell’anca con un impianto meccanico, protesico.
Cos'è

Le protesi devono soddisfare diversi requisiti, i più ovvi e importanti sono: poter ripetere gli stessi movimenti dell’articolazione naturale quando è sana e osteo-integrarsi, ossia accogliere i tessuti (ossei, muscolari, fasciali) senza generare reazioni avverse, inoltre devono essere longeve e revisionabili al bisogno. La protesi totale d’anca è costituita da 4 parti: stelo femorale, collo femorale, testa, acetabolo.Per l’articolazione dell’anca si va ad asportare il collo femorale e la testa femorale, si prepara il canale del femore per ospitare lo stelo che nel caso del modello Kyon (leader mondiale) viene avvitato al femore stesso, consentendo grande stabilità sin da subito. Si procede a pulire l’acetabolo da osteofiti e residui legamentosi, per poi fresarlo con delle frese sferiche, sino alla misura ideale per quel paziente (ad oggi abbiamo coppe che partono dai 12 mm e arrivano oltre i 36 mm). Preparati “gli alloggi” si passa all’inserimento della protesi, prima la coppa, che nel caso Kyon viene alloggiata con tecnica press-fit, ossia in genere senza viti, per poi passare allo stelo, il collo e la testa. A questo punto non resta che riposizionare la testa all’interno della coppa e verificare la stabilità dell’impianto e della nuova articolazione. Se i test vengono superati si procede alla ricostruzione per piani mediante filo riassorbibile. E’ possibile abbinare alla tecnica un tampone per verificare e dimostrare la sterilità della procedura ( ovviamente questo aumenta leggermente i costi e si esegue di routine durante le eventuali revisioni).
Quando farla

Oggi è praticabile su tutti i pets, indipendentemente dal peso. Come per ogni impianto protesico occorrono alcune premesse relative al fatto che il problema sia monolaterale o bilaterale. Nel caso in cui entrambi gli arti siano interessati significa che il nostro pet ha difficoltà a caricare entrambi gli arti. Un impianto protesico è meglio impiantarlo prima che le difficoltà siano tali da portare il paziente a caricare immediatamente e in maniera preferenziale quello con l’impianto protesico. Ossia che carichi in maniera importante e troppo presto la protesi, prima che si sia integrata. Questo accade appunto quando il dolore sull’arto non operato è superiore a quello legato alla chirurgia e non è affatto un bene. Quindi l’opportunità di attendere sino all’ultimo istante per fare una protesi è possibile in quei casi monolaterali. Tuttavia abbiamo altri dati importanti da analizzare, in letteratura sappiamo che se l’articolazione è fortemente danneggiata o rimaneggiata i rischi di fallimento arrivano a 7 volte in più. Inoltre a fronte di un’articolazione dichiaratamente malata e dolorante perché attendere del tempo prima di far stare bene il nostro pet? Benefici e rischi paiono propendere per intervenire quando la patologia è dichiarata e i dolori iniziano, non si consiglia di attendere che la situazione diventi drammatica. Vi ricordo che le zoppie degli arti posteriori (tanto più se bilaterali) possono essere manifeste con lentezze nell’alzarsi, nello stare seduti o sdraiati appena possibile, nel correre a leprotto, nel ridurre il gioco, nel far fatica a saltare sulla macchina. In ultimo non esistono cuccioli di cane o gatto che giochino poco o che si stanchino subito, non esistono gatti che non saltano con facilità sul ripiano della cucina o che non riescano a salire su un armadio.
Cosa aspettarsi
Si tratta di una chirurgia che viene eseguita in regime di day hospital o col ricovero di un giorno. Alla dimissione il vostro cane o gatto sarà completamente sveglio, forse un po’ meno attivo, i farmaci analgesici e spesso oppiacei consentiranno il buon controllo del dolore ma possono lasciare sonnolenza.
Spesso alla dimissione appoggiano la zampa operata, tenete conto della grande copertura analgesica peri-operatoria. Nel caso avesse fatto una anestesia loco-regionale con anestetici di lunga durata la zampa potrebbe apparire insensibile ed essere portata come fosse non vitale, sarà l’anestesista a spiegarvi per quante ore. In genere la cicatrice cutanea va da 5 a 20 cm a seconda della taglia del paziente. Sovente alla dimissione avrà un cerotto sterile che copre la ferita. Dovrà mettere un collare elisabettiano prima di essere lasciato incustodito, anche per pochi minuti.
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Gestione post-operatoria
Occorre posizionare un collare elisabettiano da subito, per 12 giorni circa. Il cerotto va mantenuto asciutto e pulito e nel caso si bagni, si sporchi o scenda tanto da mostrare anche solo l’inizio della cicatrice allora occorre levarlo ed è consigliabile sostituirlo con uno sterile nuovo. Normalmente è sufficiente che resti in sede per le prime 5-7 giornate, dopodiché la ferita può stare esposta all’aria. E’ perentorio che non si lecchi (ricorda il collare elisabettiano), neppure un minuto, pena sono le infezioni.
Deve fare delle uscite controllate per i bisogni fisiologici. Sono sufficienti due brevi uscite al giorno, sempre al guinzaglio per non più di dieci minuti, per i primi due mesi. Consiglio l’utilizzo di una fascia inguinale, per scaricare un po’ di peso e più che altro per avere il controllo totale sul movimento del vostro cane, nel gatto non occorre. Deve evitare categoricamente corse e salti, inclusi sali e scendi da rialzi, divani, sedie, panche o scale. Sono anni che non prescriviamo il riposo in gabbia, è sufficiente un ambiente, una stanza, circoscritta, senza rialzi e meglio se con un pavimento antiscivolo, nel caso suggerisco di usare dei vecchi tappeti.
Le grandi funzioni organiche (cibarsi, bere, fare i bisogni) devono essere nella norma. Può accadere che per 3-4 giorni non defechi, nel caso è sufficiente dare una piccola quantità di latte (da mezza tazzina a una tazza a seconda della taglia) per favorire la ripresa della defecazione (secondario all’anestesia). Verranno prescritte delle terapie antibiotiche e antinfiammatorio-analgesiche a seconda della gravità all’ingresso, oltre alle terapie per l’eventuale gestione di fenomeni artrosici già in atto o che rischiano di instaurarsi.
Verranno effettuati 3 controlli fissi:
- A 10 gg per controllare la sutura e vedere se prolungare oltre la terapia antibiotica.
- A 30 e 60 gg per eseguire le radiografie di controllo e valutare l’avanzamento della guarigione e controllare che non ecceda nel movimento.
Durante i 60 giorni post-operatori la zoppia sarà altalenante dipenderà dal fatto che appena si sentono bene caricano l’arto comportando per il giorno successivo una lieve zoppia (maggiore). In genere non devono esserci cambi di atteggiamento repentini, la zampa non deve mai essere calda, gonfia o dolente e men che meno a penzoloni o storta.
Possibili complicanze
La prima complicanza è che si sporchi, bagni o scenda il cerotto (accadrà è solo questione di ore), va levato appena si manifesta una delle situazioni indicate e va sempre e comunque applicato un collare elisabettiano o simili, per evitare che si lecchi.
Le complicanze sono divisi in maggiori e minori e le percentuali riportate in letteratura sono varie, ma tutti concordano che in primo luogo siano legate all’esperienza del chirurgo. Le complicanze maggiori hanno percentuali molto basse e il fallimento è indicato nell 1% dei casi, tuttavia può arrivare al 7% nei casi molto gravi, in cui l’articolazione è molto danneggiata.
Se si leccano partono immediatamente infezioni cutanee che possono poi evolvere e coinvolgere i tessuti circostanti, se arrivasse all’impianto e all’osso diverrebbe una complicanza maggiore, sino a richiedere una revisione della chirurgia o addirittura l’espianto della protesi.
Infezioni per altri motivi sono comunque rare ma possibili.
Possono formarsi ematomi di diverso grado e distribuzione, diventano gravi se concomitanti a un importante gonfiore e dolore.
Reazioni dermiche ai fili di sutura da gestire come se fossero iniziali infezioni.
Nel caso di salti o corse o movimenti eccessivi si può (rarissimo) arrivare alla rottura di una o più viti o addirittura dello stelo o del collo (ancora più raro), evento che richiederebbe immediata revisione chirurgica.
La complicanza più frequente è la lussazione tra la componente distale (stelo-collo-testa) e l’acetabolo, implicando un immediato approccio di riduzione della stessa e successivo bendaggio, e in caso di ulteriore recidiva di una revisione chirurgica in cui in genere è sufficiente porre un collo più lungo per compensare l’incompetenza articolare acquisita.
Qualora la lussazione non venga recepita immediatamente la possibilità incruenta (non chirurgica) è vana e occorre passare in chirurgia.
Sono possibili ritardi della guarigione ossea, in genere la causa principale è l’eccesso di movimento. Sono possibili instabilità della coppa o dello stelo, detto loosening, su base settica (infezioni) o di semplice mancata integrazione), spesso richiedono revisioni chirurgiche. Sono possibili fratture di femore sempre secondarie a movimento eccessivo o errato o trauma. Sono segnalate maggiormente fratture in cani femmina in stadio avanzato della patologia, motivo per cui a volte viene suggerito l’impianto di una placca preventiva a proteggere il femore.
Sono possibili deviazioni assiali di femore o coppa ( antero o postero-versione o ridotta copertura acetabolare) di origine chirurgica o successivamente traumatica. Se tali deviazioni sono significative può avvenire una lussazione testa-coppa.
Cedimenti di suture sono in genere successive a lambimenti, sfregamenti o traumi, difficilmente cedono per motivi primari.
insegnare il “seduto” al cane, un metodo classico
Insegnare al cane il comando “seduto” è uno dei primi passi nell’addestramento... continua a leggere
Insegnare al cane il comando "seduto" è uno dei primi passi nell'addestramento di base ed è abbastanza semplice. Ecco una guida passo-passo per insegnare al tuo cane a sedersi:
Passo 1: Prepara i premi
Assicurati di avere a portata di mano alcuni premi gustosi o giocattoli che il tuo cane ama. Questi saranno utilizzati come rinforzi positivi durante l'addestramento.
Passo 2: Scegli il posto
Inizia l'addestramento in un luogo tranquillo e privo di distrazioni. Fai sedere il tuo cane di fronte a te in modo che possa vederti e ascoltarti chiaramente.
Passo 3: Attraimento
Con il premio in mano, fai attenzione a farlo annusare dal tuo cane per attirare la sua attenzione. Poi, lentamente, alza il premio sopra il muso del cane e spostalo leggermente verso l'alto. Questo incoraggerà il cane a seguire il premio con il naso.
Passo 4: Guida il Movimento
Mentre il cane segue il premio con il naso, muovi gradualmente il premio verso l'alto e sopra la testa del cane. Questo farà sì che il cane alzi la testa verso il cielo, portando automaticamente il suo posteriore a terra.
Passo 5: Fai associare la parola al gesto
Appena il cane assume la posizione seduta, pronuncia chiaramente il comando "seduto" e consegnagli immediatamente il premio. Assicurati di premiare immediatamente il comportamento desiderato per associare il comando con l'azione corretta.
Passo 6: Rinforza e Ripeti
Ripeti questo processo più volte, premiando ogni volta che il cane si siede correttamente in risposta al comando. Mantieni le sessioni di addestramento brevi e divertenti, in modo che il cane rimanga interessato e motivato.
Passo 7: Introduci la Parola Chiave
Dopo che il cane ha iniziato a rispondere regolarmente al comando "seduto", inizia a introdurre la parola chiave prima di dare il comando. Ad esempio, pronuncia "seduto" seguito immediatamente dalla guida del movimento con il premio. Questo aiuterà il cane a associare la parola con l'azione.
Passo 8: Pratica in Diverse Posizioni
Una volta che il cane ha padroneggiato il comando "seduto" in un luogo tranquillo, prova a praticare in luoghi diversi e con distrazioni leggere. Questo aiuterà il cane a generalizzare il comando e ad eseguirlo in una varietà di situazioni.
Passo 9: Rinforzo positivo continuo
Continua a rinforzare il comando "seduto" regolarmente durante le attività quotidiane e le sessioni di addestramento. Ricorda di premiare e lodare il tuo cane ogni volta che risponde correttamente al comando.
Seguendo questi passaggi e mantenendo una pratica costante e positiva, il tuo cane dovrebbe imparare rapidamente il comando "seduto" e rispondere con entusiasmo ogni volta che lo usi.
zecca
Rimuovere una zecca è un operazione delicata, come prima cosa devi... continua a leggere
Rimuovere una zecca è un operazione delicata, come prima cosa devi sapere che le zecche portano malattie, vengono trasmesse grazie alla loro saliva, motivo per cui si consiglia di rimuoverle cercando di minimizzare i danni. L’estrazione ha come obbiettivo principale rimuovere la zecca senza spremerla, senza ucciderla, evitando che possa rigurgitare ulteriore materiale inoculandolo nel tuo cane o gatto o purtroppo a volte nella persona.
Alcune zone d’Italia sono endemiche per malattie gravi come l’encefalite da zecche che colpisce l’uomo, mentre più frequentemente trasmettono malattie come la borreliosi o la babesiosi che se diagnosticate per tempo sono facilmente curabili nel cane esattamente come le ricketsiosi nel gatto.
In farmacia vendono delle apposite forcine, hanno una baionetta doppia che si infila tra zecca e cute, una volta arrivati alla base si imprime una rotazione in senso anti orario e si traziona sino staccare il parassita.
Se sei lontano da una farmacia puoi utilizzare delle pinzette, che devono essere sottili, per potersi infilare tra la testa della zecca e la cute, per eseguire la medesima azione di rotazione e trazione.
Ovviamente se la zecca è arrivata al tuo pet o il repellente non agisce più o semplicemente non è stato applicato correttamente, oppure ha subito dei trattamenti successivi che hanno vanificato la profilassi, parlane col tuo veterinario.
Una volta estratta la zecca è importante non buttarla nell’ambiente ma piuttosto in un sacchetto o barattolo chiuso, accertarsi di ucciderla potrebbe non essere sufficiente se siamo di fronte a una femmina adulta piena di uova mature, potrebbe contaminare l’ambiente.
Ovviamente tutti sappiamo come sia semplice proteggere noi stessi, i nostri giardini i nostri figli semplicemente prevenendo la contaminazione sui nostri pet. Esatto con una corretta prevenzione non proteggete solo il cane e il gatto ma voi stessi e i vostri ambienti, questo vale anche per le pulci e altri parassiti.
Ogni anno in ambito farmacologico ci sono delle importanti novità, per continuare a essere aggiornati e protetti rivolgiti al tuo veterinario; sarà lui a proporti il miglior trattamento possibile.
cane e gatto sono carnivori?
I nostri animali da compagnia sono carnivori? Si, cane e gatto appartengono... continua a leggere
I nostri animali da compagnia sono carnivori?
Si, cane e gatto appartengono all’ordine dei carnivori ma in realtà solo il gatto è un carnivoro obbligato, ovvero ha la necessità di assumere un’elevata quantità di proteine; mentre il cane invece è definito come carnivoro opportunista cioè in grado di consumare diversi tipi di alimenti.
La differenza dell’alimentazione nelle due specie può essere riconducibile ad un differente sviluppo evolutivo, più precisamente dipendente dal rapporto con l’uomo; infatti, i cani sono stati addomesticati circa 40.000 anni fa mentre i gatti solo 10.000.
Il rapporto uomo-cane nasce e si basa sulla reciprocità di vantaggi che garantiscono la sopravvivenza, basti pensare ai cani da caccia che garantiscono provvigioni all’uomo e viceversa l’uomo garantisce protezione e un luogo dove vivere al cane.
Il rapporto uomo-gatto invece può essere riconducibile all’epoca degli egizi, dove erano venerati come animali sacri, mentre in occidente i gatti venivano addomesticati per proteggere le coltivazioni, per esempio da topi.
I due tipi di rapporti sono differenti sotto molteplici aspetti, quello più evidente è la durata in termini di tempo che ha determinato lo sviluppo di abitudini alimentari più simili all’uomo principalmente nei cani.
I cani hanno un’ampia abilità onnivora ma ciò non significa che non possano sopravvivere anche come carnivori. In generale la dieta del cane è composta all’incirca da 30-40% di proteine, 40-50% di carboidrati e 20% di verdure.
I gatti sono carnivori in senso stretto, la loro dieta è composta dal 45% di proteine, 45% di grassi e 5% di carboidrati.
Purtroppo, capita frequentemente che i gatti vengano alimentati solamente con carne e pesce credendo sia la dieta più ‘naturale’ possibile, in realtà comporta carenze di elementi nutritivi fondamentali. Se consideriamo i felini o i canini selvatici, essi stessi hanno una dieta molto varia, si nutrono di muscolo, ma anche di cute, visceri di erbivori, annessi cutanei e ossa e cartilagini, insomma divorano tutto delle prede variando valsolo muscolo. Inoltre non disdegnano alcuni vegetali, un esempio comune è la rosa canina.
In conclusione, per alimentare in maniera corretta il proprio animale, sia che si scelga una dieta casalinga o commerciale, bisogna che sia bilanciata (assai dificile da elaborare in autonomia) o rivolgersi a un veterinario nutrizionista.
Paura dei botti e dei fuochi d’artificio
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ANCHE IL TUO CANE O GATTO HA PAURA DEI FUOCHI E DEI BOTTI?
Pochi giorni a capodanno, come aiutare in maniera efficace i nostri pet?
Fuochi e botti sono un vero problema, terrorizzano i nostri cani e gatti. A nulla è servito cercare di sensibilizzare gli umani nel ridurre o evitare di fare fuochi e botti. Quindi la cura è semplice, come per molte malattie ed allergie basta de-sensibilizzare i nostri amati pet.
Un modo semplice è sfruttare YouTube, scegli dei video con dei fuochi d’artificio, con audio originale e porta il volume a un livello molto basso, mi raccomando comincia essendo certo che il volume sia davvero molto molto basso. Convinci il tuo pet a stare in zona televisione e offrigli dei premi (biscotti o simili) se ti pare che sia molto tranquillo lascia andare i video. Il giorno dopo dovrai ripetere e aumentare il volume davvero poco, continua a trasformare quel momento in qualcosa di positivo. Ripeti fino a quando il volume sarà simile a quello che terresti per guardare un film, se arrivati a tanto il tuo pet sarà tranquillo potrai salire di volume, ma per pochi attimi e continuando a dare stimoli positivi (biscotti, coccole, gioco). Se ti accorgi di generare stress devi interrompere subito e tornare indietro, abbassare significativamente il volume e ripetere. Meglio andare in progressione molto lenta piuttosto che vanificare il lavoro fatto.
Un esempio pratico: giorno 1 -> metti il volume della televisione a 1 (minimo) seleziona un video o in alternativa usa un telefono o un tablet o uno stereo. Porta il volume a un livello che si possa sentire ma sia basso e non fastidioso, tieni conto che in certi momenti il volume sarà più alto. Lascia andare per circa 20 minuti e nel mentre interagisci in maniera positiva col tuo pet, offri dei premi e coccole.
Giorno 2-> comincia come il giorno prima e dopo le prime interazioni aumenta il volume di in paio di tacche, osserva sempre il tuo pet, se manifestasse timore o reticenza abbassa il volume e ricomincia.
Giorno 3-> ripeti come giorno due aumentando il volume lentamente e osservando sempre il tuo pet.
Continua sino a quando non avrà più alcun fastidio anche a volume alto, dovrà diventare indifferente come quando guardate un qualunque film ad alto volume.