enterectomia

enterectomia

A seconda della patologia che causa la malattia intestinale  (corpi estranei ostruttivi, corpi estranei lineari, neoplasie, ascessi, diverticoli, ulcere) può essere necessario un approccio chirurgico. Esistono diverse tecniche per i differenti problemi, l’enterectomia è l’accesso mediante incisione al cavo intestinale asportandone un tratto, in genere perché non recuperabile o infiltrato da neoplasia.

Cos’è


Utile per estrarre corpi estranei asportare neoplasie intestinali o rimuovere diverticoli e ascessi. Una volta terminata la chirurgia e le procedure all’interno del cavo intestinale si procede alla ricostruzione: si sutura l’intestino con filo riassorbibile unendo i due capi. La difficoltà sta nella precisione della sutura che deve rendere la breccia impermeabile, senza lesionare ulteriormente la parete intestinale. In secondo luogo la chirurgia addominale deve rispettare i criteri di sterilità, tuttavia occorre accedere a uno dei siti più contaminati del corpo, il contenuto intestinale.
Le attenzioni del chirurgico devono essere maggiori e in genere si procede a isolare il tratto intestinale dove si deve operare con un secondo campo chirurgico, finita la procedura si procede ad ampi lavaggi, sostituzione del vestiario dei chirurghi e rimozione del secondo campo chirurgico oramai contaminato dal contenuto intestinale. Lasciando cosi la breccia addominale e il primo campo chirurgico pulito. Si passa alla chiusura della breccia addominale come di solito, per piani.

Quando farla


Nel cane e nel gatto la condizione più comune è la presenza di corpi estranei occludenti (ingeriti) che non riescono a proseguire il transito, implicando una grave patologia ostruttiva, che tende a degenerare con morte di tratti dell’intestino. Prima si procede e maggiore sarà la possibilità di salvare tratti dell’intestino e poter rimuovere il corpo estraneo mediante una breccia (eteronomia) che verrà poi ricostruita. Chiaramente un corpo estraneo non rimosso implica una cascata di eventi drammatica, lo step successivo è quello di dover ricorrere a un’enterectomia (rimozione di tratti intestinali). Se addirittura si arriva ad avere lacerazioni dell’intestino, oltre a quanto già detto si passerà a una drammatica infezione detta peritonite e morte del paziente in poche ore.

Cosa aspettarsi

Si tratta di una chirurgia che viene eseguita in regime di ricovero. In genere si ricovera il paziente per 1-3 giorni talvolta cateterizzato e monitorando la quantità e qualità delle urine oltre a un costante monitoraggio delle condizioni cliniche generali: temperatura, pressione, stato del sensorio, appetito, defecazione e valutazione degli esami ematologici. Grazie agli esami e all’ecografia addominale si monitorerà l’esito dell’intervento, la presenza di peritonite e reazioni focali. SI monitora la tenuta della sutura intestinale e la ripresa della motilità intestinale oltre che il mantenimento della sua stratigrafia (struttura).Alla dimissione il vostro cane o gatto sarà completamente sveglio, forse un po’ meno attivo, i farmaci analgesici e spesso oppiacei consentiranno il buon controllo del dolore ma possono lasciare sonnolenza.

L’addome e la zona inguinale sarà stato abbondantemente depilato e qualche residuo di disinfettante potrebbe aver lasciato leggermente macchiato il pelo.

La ferita che può variare da 8 cm a 20 cm a seconda delle dimensioni del cane e-o gatto deve apparire pulita e asciutta.

Può residuare algia per alcuni giorni, da trattare farmacologicamente.

Gestione post-operatoria

Occorre controllare che non si lecchi o strusci la ferita per almeno 12 giorni in nessuna maniera, può essere necessario applicare un collare elisabettiano. Le grandi funzioni organiche (cibarsi, bere, fare i bisogni) devono essere nella norma. Può accadere che per 3-4 giorni non defechi, nel caso è comunque doveroso rispettare le indicazioni dietetiche del chirurgico. Nel giro di 3-7 giorni la frequenza e qualità delle feci deve tornare alla normalità. L’appetito deve essere normale. I farmaci prescritti devono essere correttamente somministrati ( in genere antibiotici, analgesici, eventuali farmaci specifici per il transito intestinale).

Possibili complicanze

Le complicanze più probabili sono piccole reazioni dermiche ai fili di sutura, difficilmente si arriva a cedimenti delle suture fino a far riaprire la breccia operatoria e-o la sutura intestinale (urgenza vera); infezioni di vario grado possono dipendere da leccamenti, lambimenti o altro. Nelle prime ore o giornata se dovesse cedere un punto interno o cedesse la cauterizzazione è possibile incorrere in un emo-addome, emorragia interna, che può avere diversi gradi di gravità, sino a richiedere un nuovo e urgente intervento. Chiaramente il cedimento di una eventuale sutura sull’intestino può comportare peritonite che richiede una immediata revisione chirurgica e l’impostazione di una terapia medica adeguata. Essendo una sutura circolare che deve unire i due capi della enterectomia è più soggetta a cedimenti che non quella lineare di una enterotomia, pertanto la percentuale di cedimenti e complicanze è maggiore.

IN ASSOLUTO il rischio più frequente è legato a infezioni a causa di chirurgia-e poco pulita o poco sterile o successiva contaminazione per ferita – ambiente poco pulito. Aderenze interne sono possibili, come per ogni chirurgia addominale e sono tanto più probabili tanto più la chirurgia viene eseguita in maniera poco corretta e-o pulita. Algia legata all’attività della defecazione è un evenienza molto rara ma possibile in maniera transitoria. Un’altra complicanza possibile è una ostruzione intestinale legata a suture troppo restringenti, che risulta essere un possibile errore chirurgico. Disappetenza e difficoltà a defecare devono sempre essere osservati e comunicati tempestivamente al medico curante.