Comunemente descritta col termine sterilizzazione
Cos’è
Comunemente descritta col termine sterilizzazione, significa in realtà l’asportazione chirurgica delle ovaie. Nella tecnica laparoscopica si effettuano delle piccole incisioni sulla cute e nei muscoli addominali per arrivare alla cavità addominale (5/10mm) attraverso le quali si inseriscono delle porte per le ottiche e-o gli strumenti. Si insuffla Co2 per gonfiare a bassa pressione l’addome, e inclinando il paziente su un lato poi l’altro si possono prima isolare, poi afferrare e poi cauterizzare le ovaie, separandole dall’utero e dal peduncolo, per poi estrarle da una porta, talvolta occorre allargare di poco la breccia per consentire il passaggio dell’ovaio verso l’esterno, se grosso. Si suturano poi le piccole brecce con un filo riassorbibile.Il nostro paziente, cane o gatto che sia non potrà più ovulare e quindi avere cuccioli.
Quando farla
Il vantaggio rispetto alla tecnica tradizionale è di ridurre il dolore e aumentare il confort del paziente nel post-operatorio, consentendo una più rapida ripresa della vita normale. Negli ultimi anni è particolarmente discusso quale sia il momento migliore per praticarla, non esiste una risposta completamente univoca, tuttavia nella maggior parte dei cani risulta ancora conveniente praticarla in giovane età, dopo il primo calore. Il vantaggio sarà quello di diminuire la probabilità di incorrere in tumori mammari su base ormonale. Procedendo in età avanzata si perderà questo vantaggio. Esistono studi che correlano la sterilizzazione alla mastectomia (asportare le mammelle) in presenza di tumori, il capitolo si fa talmente complesso che in presenza di malattia tumorale è indispensabile parlarne con un veterinario oncologo che vi spiegherà a seconda del caso i pro e i contro. Tornando ai pazienti sani nelle razze fortemente predisposte a osteosarcoma (tumore delle ossa) pare che possa aver senso sterilizzare il cane in età più avanzata. Non essendoci un indicazione precisa è tendenza non anticipare prima del primo calore e a volte posticipare dopo i due anni l’ovariectomia. Indicazione più precisa è quella legata al momento dell’anno in cui farla, ossia almeno a due mesi dall’ultimo calore, in maniera di essere in una fase ormonale migliore per affrontare la chirurgia e ridurre le possibili complicanze. Si applica anche in caso di forme oncologiche o cistiche a carico delle ovaie.Nei cani o gatti molto piccoli (sotto i 4 kg) è sconsigliata la tecnica video laparoscopica e si consiglia quella tradizionale.
Essendo la percentuale di infezioni uterine particolarmente alta nei cani adulti e anziani ed essendo proprio l’ovarioisterectomia la terapia d’elezione risulta ancor più conveniente applicarla preventivamente, o meglio è sufficiente praticare l’ovariectomia in giovane età per ridurre drasticamente il rischio di piometra.
Cosa aspettarsi
Si tratta di una chirurgia che viene eseguita in regime di day hospital, in giornata. Alla dimissione il vostro cane sarà sveglio, forse un po’ meno attivo, i farmaci analgesici e spesso oppiacei consentiranno il buon controllo del dolore ma possono lasciare sonnolenza per le prime 24 ore. L’addome sarà stato abbondantemente depilato e qualche residuo di disinfettante potrebbe aver lasciato leggermente macchiato il pelo. Le ferite ( due o tre>) che può variare da 0,5 a 1 cm a seconda delle dimensioni del cane e-o gatto vengono solitamente suturata a livello cutaneo con un filo intradermico, tanto da vedere poco o nulla le ferite. Dopo alcune ore, seguendo comunque le indicazioni dell’anestesista, sarà possibile fornire un po’ d’acqua e del cibo.
Gestione post-operatoria
Occorre evitare corse e salti per la prima settimana. Occorre controllare che non si lecchi o strusci la ferita per almeno 12 giorni in nessuna maniera, può essere necessario applicare un collare elisabettiano. Le grandi funzioni organiche (cibarsi, bere, fare i bisogni) devono essere nella norma. Può accadere che per 3-4 giorni non defechi, nel caso è sufficiente dare da una tazzina di latte a una mezza tazza (a seconda della taglia) per favorire la ripresa della defecazione. Dopo una decina di giorni è possibile far rimuovere i punti (se esterni) o il nodo della intradermica se visibile. Le terapie indicate dal chirurgo possono variare.
Possibili complicanze
Sono in misura inferiore rispetto la tecnica tradizionale, le più probabili sono piccole reazioni dermiche ai fili di sutura, difficilmente si arriva a cedimenti delle suture fino a far riaprire la breccia operatoria (urgenza vera), infezioni di vario grado possono dipendere da leccamenti, lambimenti o altro. Nelle prime ore o giornata se dovesse cedere un unto interno o la cauterizzazione è possibile incorrere in un emo-addome, emorragia interna, che può avere diversi gradi di gravità, sino a richiedere un nuovo e urgente intervento. IN ASSOLUTO il rischio peggiore è legato a infezioni a causa di chirurgia-e poco pulita o poco sterile. Aderenze interne sono possibili, come per ogni chirurgia addominale e sono tanto più probabili tanto più la chirurgia viene eseguita in maniera poco corretta e-o pulita.
Nel caso in cui residuasse un frammento ovarico all’interno dell’addome si potrebbe avere nuovamente il calore e tutte le conseguenze, pertanto rivolgetevi nuovamente al vostro veterinario per segnalare l’evento.
Raramente è possibile che si manifesti incontinenza nel post operatorio, anche se alcuni studi hanno dimostrato che la percentuale di incontinenza nel cane femmina è uguale tra i campioni di popolazione sterilizzata e intera, dimostrando che non dipende dalla sterilizzazione.
Raramente è possibile che si manifesti incontinenza nel post operatorio, anche se alcuni studi hanno dimostrato che la percentuale di incontinenza nel cane e nel gatto femmina è uguale tra i campioni di popolazione sterilizzata e intera, dimostrando che non dipende dalla sterilizzazione.