splenectomia

splenectomia

Si tratta di rimuovere la milza in toto, può accadere per diversi motivi: rotture d’organo da trauma; rotture d’organo da tumore; tumore; torsione; trombosi; torsione per GDV. Viene isolato l’organo che è connesso solo tramite vasi sanguigni (molti e di calibro grosso) tramite la sutura di ogni singolo vaso o mediante elettrocauterio.

 

Cos’è


La GDV, o sindrome della dilatazione-torsione gastrica, è una patologia grave, un’urgenza reale, dove il tempo è un fattore determinante per la prognosi favorevole ed evitare il rapido decesso. Lo stomaco subisce una dilatazione a cui spesso segue una torsione su se stesso. Spesso in maniera drammatica la milza segue lo stomaco e i suoi vasi si torcono portando a morte la milza stessa, asportarla è l’unica soluzione.Sono tutte le conseguenze della torsione e della concomitante dilatazione a determinare lo shock, l’assenza di ritorno venoso, la possibile necrosi gastrica, l’acidosi metabolica, le aritmie, le trombosi. Purtroppo nei casi più gravi la morte può avvenire nonostante la chirurgia (30% dei casi). I fattori predisponenti sono: la taglia ( cane grande) e in particolare alcune razze Weimaraner, Alano, Pastore Tedesco, Setter Irlandese, Bull Mastiff, Bassethound, Akita Inu, Setter, Airedale Terrier, Borzoi. La gastropessi preventiva, ovvero la creazione di un’adesione permanente tra la parete addominale e la parete gastrica, è quindi di fondamentale importanza soprattutto in soggetti a rischio, poiché ne impedisce l’evenienza.

Quando farla


Tornando alla milza il motivo per cui la si toglie nel caso della gdv è la morte dell’organo per torsione dei vasi. Nel caso dei tumori è per ridurre il rischio di metastasi e poiché la milza non è indispensabile risulta semplice asportare l’intero organo riducendo i rischi. Spesso le forme tumorali portano a rottura della stessa con una grave emorragia, un emoaddome importante. Significa che gran parte del sangue finisce libero in addome con tutti i rischi correlati. Senza un trattamento chirurgico la morte può avvenire in pochi minuti o giorni nel caso di emorragie molto lente.

Per tutti i motivi sopraelencati è possibile, in alcune razze e tipologie di cane, attuare la gastropessi preventiva, con tecnica aperta o in Laparoscopia. Nelle femmine è possibile abbinare la sterilizzazione preventiva alla gastropessi preventiva, in una sola seduta operatoria, sia aperta, sia in videolaparoscopia. Idealmente entro il secondo anno di vita. Preventivo significa: prima che avvenga la sindrome GDV, quindi in un paziente sano, per evitare che avvenga in futuro. Ovviamente se fosse già avvenuta una prima dilatazione l’indicazione diventa perentoria. Condizione ancora più frequente è quel paziente che arriva in pronto soccorso con la dilatazione in atto, in quei casi va risolta la torsione (detergere) va effettuata un’abbondante lavanda gastrica e per l’appunto una gastropessi per evitare una rapida e spesso letale recidiva.

Cosa aspettarsi

Si tratta di una chirurgia che viene eseguita in regime di ricovero. Insieme alla gestione post-operatoria occorre gestire tutte le conseguenze di ciò che ha accompagnato la patologia di milza: trombosi, necrosi tissutale, emorragia, trombosi neoplastiche. Discorso diverso se viene effettuata dopo che è avvenuta la GDV, in quel caso bisogna capire tutte le conseguenze per comprendere quando e se sia dimissibile il paziente. 

Alla dimissione il vostro cane sarà sveglio, forse un po’ meno attivo, i farmaci analgesici e spesso oppiacei consentiranno il buon controllo del dolore ma possono lasciare sonnolenza per le prime 24 ore. L’addome sarà stato abbondantemente depilato e qualche residuo di disinfettante potrebbe aver lasciato leggermente macchiato il pelo. La ferita può variare da 4 cm a 20 cm a seconda delle dimensioni del cane. Il dolore legato alla gastropessi se eseguita può implicare un moderato fastidio alla parete addominale subito dietro l’ultima costa destra, a volte abbinato a un lieve gonfiore. 

 

Gestione post-operatoria

Occorre controllare che non si lecchi o strusci la ferita per almeno 12 giorni in nessuna maniera, può essere necessario applicare un collare elisabettiano. Controllare che non si lecchi la ferita o strusci in alcuna maniera l’addome. Le grandi funzioni organiche (cibarsi, bere, fare i bisogni) devono essere nella norma. Può accadere che per 3-4 giorni non defechi, nel caso è sufficiente dare un po’ di latte (da una tazzina a una tazza a seconda della taglia) per favorire la ripresa della defecazione. Dopo una decina di giorni è possibile far rimuovere i punti (se esterni) o il nodo della intradermica se visibile. Le terapie indicate dal chirurgo possono variare. Sarà importante frazionare i pasti almeno in due o tre volte al giorno.

In genere vengono somministrati per alcuni giorni antibiotici e analgesici, se ci fosse stata una importante perdita di sangue è possibile che abbia subito una trasfusione ematica, la valutazione del ripristino dei valori ematici consentirà la ripresa della vita normale, chiaramente con l’esclusione delle possibili complicanze.

 

 

Possibili complicanze

Le più probabili sono piccole reazioni dermiche ai fili di sutura, difficilmente si arriva a cedimenti delle suture fino a far riaprire la breccia operatoria (urgenza vera), infezioni di vario grado possono dipendere da leccamenti, lambimenti o altro. Nelle prime ore o giornata se dovesse cedere un punto interno o la cauterizzazione è possibile incorrere in un emo-addome, emorragia interna, che può avere diversi gradi di gravità, sino a richiedere un nuovo e urgente intervento. IN ASSOLUTO il rischio peggiore è legato a infezioni a causa di chirurgia-e poco pulita o poco sterile. Aderenze interne sono possibili, come per ogni chirurgia addominale e sono tanto più probabili tanto più la chirurgia viene eseguita in maniera poco corretta e-o pulita. Il cedimento della sutura interna implicherebbe la perdita della pessi (evento raro quando correttamente eseguita), e vanificherebbe la chirurgia pur non comportando particolari rischi se non la necessità di ripeterla e il rischio che si presenti una GDV. Le trombosi benché più rare in veterinaria rispetto alla medicina umana sono una possibile complicanza in diversi distretti. Nel caso di forme neoplastiche l’evoluzione della malattia non può considerarsi una complicanza, vi invito a discutere dei rischi oncologici col medico che ha in cura il vostro pet.